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Cosa significa la parola “Namastè”

Se hai iniziato da poco a praticare yoga o già pratichi da tempo con me, sicuramente mi avrai sentita spesso pronunciare la parola “Namastè“ a fine pratica.

Le origini della parola Namastè sono molte antiche e risalgono ai tempi della cultura indù più antica. Gli indù utilizzavano la parola Namastè come un saluto, sia quando si arrivava, sia quando si andava via, ma anche per ringraziare o per chiedere qualcosa, proprio come un “per favore” o un “grazie”. Ancora oggi, è una parola che avvolge e abbraccia profondamente tutta la disciplina e la filosofia dello yoga.

In Nepal, per esempio, ancora oggi è uno dei modi più educati e gentili per salutare qualcuno.

Ma cosa significa esattamente? E perché spesso ci salutiamo con Namastè quando terminiamo la nostra lezione di yoga?

In questo articolo, ti fornirò una sintetica spiegazione su cosa significa Namastè e sul suo significato più profondo.

Come moltissime parole che utilizziamo nello Yoga, come ad esempio i nomi delle Asana, anche il termine Namastè (नमस्ते) o Namaskar (नमस्कार) deriva dal sanscrito ed è formato da 2 parole:

  • Namas, che significa inchinarsi o prostrarsi
  • Te, che significa a te

Letteralmente, quindi, Namastè significa “io mi inchino a te”, ma a questa parola è associato anche un senso e un significato spirituale più profondo.

È, infatti, un modo per indicare che ci inchiniamo all’anima della persona seduta davanti a noi. Ognuno di noi, infatti, secondo i principi yogici, ha un’essenza divina; ed è proprio davanti a questa essenza che ci prostriamo e mostriamo reverenza.

È un modo, dunque, per riconoscere e onorare la sacralità che è in ognuno di noi.

Il significato di Namastè può quindi essere riassunto in:

  • La mia essenza spirituale si inchina alla tua
  • Lo spirito che è in me riconosce lo spirito che è in te
  • Il divino che è in me onora il divino che è in te
  • La luce che è in me saluta la luce che è in te.

Il termine Namas, inoltre, può anche essere tradotto con “niente è mio” e ciò mostra come pronunciando questa parola noi possiamo spogliarci dal nostro Ego, mostrando la nostra umiltà nei confronti della persona che ci è di fronte.

Non è meraviglioso? Io trovo che sia un modo unico per dire all’allievo che siede di fronte a me, a fine pratica, quanto sia stata importante la sua intenzione per creare sintonia nella classe e quanto sia luminosa la sua anima, in cammino verso un miglioramento personale.

Namastè e i mudra

Quando pronunciamo la parola Namastè, si usa accompagnare il termine con un gesto delle mani, che viene chiamato mudra.

In particolare, in accompagnamento alla parola Namastè viene praticato Anjali Mudra, ossia il mudra che consiste di unire i palmi delle mani uno contro l’altro, come in preghiera, e portare le mani all’altezza del petto – sede del quarto chakra – oppure davanti alla fronte, dove risiede il terzo occhio – l’intuito.

Come hai appreso, Namastè non è solo un semplice saluto, bensì racchiude dentro di sé un significato profondo: attraverso la sua pronuncia riconosciamo e valorizziamo la nostra spiritualità e soprattutto quella dell’altro, dinnanzi al quale ci inchiniamo, con umiltà e senza ego.

D’ora in avanti, ogni volta che praticherai Yoga con la tua insegnante e con il tuo gruppo, sono sicura che ricorderai la potenza del significato della parola Namastè!

Conoscevi già il significato profondo di questo saluto? Quando lo pratichi, ti immergi completamente nel suo significato? Fammelo sapere nei commenti!

Ti mando un abbraccio e…

Namastè!

Livia

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